Diario del Premio eno-letterario Vermentino
Poter unire due passioni fortissime come il vino e la lettura; lanciarsi in un’avventura inedita ma per questo motivo stimolante; venir inserito in un meccanismo già conosciuto (e apprezzato) nelle edizioni precedenti. Queste e altre le suggestioni che mi hanno portato qualche mese fa ad aderire con entusiasmo alla proposta di Daniela Pinna di rappresentare il Consorzio di tutela del Vermentino di Gallura DOCG, da lei presieduto, all’interno della giuria del Premio eno-letterario Vermentino, inserito nella manifestazione Benvenuto Vermentino. Una manifestazione, Benvenuto Vermentino, che si è svolta a Olbia nello scorso fine settimana, giunta alla 5ª edizione, promossa dalla Camera di Commercio del Nord Sardegna, Promocamera e Comune di Olbia, realizzata in collaborazione con Confcommercio Olbia, Consorzio di Tutela del Vermentino di Gallura DOCG e Associazione Italiana Sommelier Delegazione Gallura. Una grandissima vetrina per il Vermentino prodotto in Liguria, Toscana, Corsica e Sardegna (sia Vermentino di Sardegna DOC, sia Vermentino di Gallura DOCG), che quest’anno si è arricchita anche dei prodotti provenienti da Provenza e Sud Africa.
L’avventura come giurato ha avuto inizio con la conoscenza di Graziella Sau e Valentina Marzano della Segreteria Generale della Camera di Commercio del Nord Sardegna, con le quali l’intesa è stata immediata grazie alla loro gentilezza, disponibilità ed efficienza. Visto che il tempo a disposizione non era tantissimo, e i volumi da esaminare in numero considerevole (ben 29, in rappresentanza di 27 editori), mi sono subito lanciato nella lettura, iniziando, casualmente e curiosamente, proprio con il romanzo che al termine delle votazioni di tutti i giurati sarebbe risultato vincitore. La stagione estiva, con i fine settimana e le vacanze trascorse in spiaggia, ha sicuramente aiutato, regalandomi piacevolissimi momenti sotto l’ombrellone, di quelli che solo le buone letture sanno dispensare. La qualità media dei titoli in competizione è stata davvero elevata, e a parte rare eccezioni l’interesse per gli argomenti trattati è stato solidamente sostenuto dalla qualità di scrittura. Grande curiosità, dal mio punto di vista, anche nello scoprire tante nuove piccole realtà, in alcuni casi davvero encomiabili nella cura e nelle attenzioni dedicate alla confezione del prodotto editoriale.
Al termine delle letture, in parallelo con gli altri sei componenti della giuria è arrivato il momento delle scelte, spesso non semplici e talvolta “dolorose”, nella compilazione delle schede e nell’attribuzione dei punteggi. Una volta inserite nel database le schede di tutti i giurati, si è arrivati alla stesura della graduatoria finale che ha visto prevalere il romanzo “Altra voce” di Anna Bertuccio (Edizioni del Faro). Un romanzo forte e delicato, l’unione sinergica di due famiglie che, superando la distanza geografica (le Dolomiti del Trentino e l’Etna in Sicilia) e le tante difficoltà della vita quotidiana, realizzano un sogno sublimato dalla cura nei confronti di uno dei prodotti più felici della terra come il vino. Un binomio geografico che si riflette anche nel percorso esistenziale dell’autrice, Anna Bertuccio, che in questo libro ha saputo regalare emozioni con la narrazione di vicende intrise di passioni forti e di coraggio. Altri quattro volumi hanno conseguito un punteggio molto alto, piazzandosi immediatamente a ridosso del vincitore, convincendo gli organizzatori a coinvolgere l’intera “cinquina” per la giornata dedicata alla premiazione. “Natura Alchemica” di Filippo Tommasoli (Edizioni Tommasoli) racconta la straordinaria vicenda umana e professionale di Celestino Gaspari, che, da allievo di un grande vigneron come Bepi Quintarelli, ha dato vita, con l’azienda Zýmē, a una delle realtà vitivinicole più importanti e apprezzate della Valpolicella. Un libro, strutturato sotto forma di intervista, in grado di affascinare grazie alle puntuali riflessioni di Tommasoli e a una scrittura precisa ed efficace. Con “Saltarello” di Alessandra Cotoloni (Betti Editrice) l’attenzione si sposta su un altro areale illustre della viticoltura italiana come Montalcino. Saltarello è la trasposizione letteraria di un cortometraggio, in controtendenza rispetto a quanto avviene di solito. Un racconto incalzante ed empatico, capace di rendere avvincente un tema classico come il ritorno alle origini grazie a uno stile sicuro e controllato, che riesce a trattare col registro più consono anche alcuni snodi della trama che virano su vicende drammatiche. “Dei miei vini estremi” di Camillo Langone (Marsilio Editori) raccoglie una serie di testi pubblicati sui quotidiani con cui collabora l’autore. Una penna elegante, affilata e irriverente che smonta molti luoghi comuni del mondo del vino e dà voce ad alcune idiosincrasie o piccole manie di Langone, come la creazione della categoria dei peculiaristi (chi cerca il carattere “unico” di un vino) e dei “temperambientisti” (nemici giurati, perché impediscono di bere il vino rosso alla giusta temperatura, nel caso anche freddo) e il rifiuto del termine rosato, in favore di rosa (un colore, in effetti, come bianco e rosso).
“Il cielo dopo di noi” di Silvia Zucca (Casa Editrice Nord), un romanzo capace di proiettare il lettore in territori di grande suggestione per tutti gli appassionati di vino, come le Langhe e il Monferrato, guidati da un intreccio di storie che, viaggiando avanti e indietro nel tempo, abbracciano la Storia tenendo sempre in primo piano il rapporto vino. Col valore aggiunto di una scrittura limpida e coinvolgente, nonché di una accurata precisione tecnica nelle parti più propriamente enoiche che mi hanno lasciato, tra l’altro, la viva curiosità di assaggiare i vini ottenuti dal vitigno gamba di pernice. Dopo alcune settimane, necessarie per definire i dettagli logistici e organizzativi, c’è stata la mattinata dedicata alla premiazione, inserita all’interno della manifestazione Benvenuto Vermentino. Per me è stata un’occasione davvero unica per conoscere personalmente autori ed editori, con i quali si è creata subito grande empatia, agevolata dalla particolare situazione incentrata sulla convivialità. La condivisione dello stesso residence e l’utilizzo di spazi molto ravvicinati per tutti gli appuntamenti di Benvenuto Vermentino hanno fatto sì che la frequentazione fosse continua e che il livello di confidenza crescesse istantaneamente.
L’incontro dedicato alla premiazione è stato moderato dalla bravissima giornalista di Repubblica Cristina Nadotti – altro incontro felice – e ha visto avvicendarsi sul palco, oltre a chi scrive, il Presidente della Camera di Commercio del Nord Sardegna Gavino Sini (Presidente anche della Giuria del Premio eno-letterario), il Segretario Generale Pietro Esposito, la Presidente di Promocamera Maria Amelia Lai, l’Assessora alla cultura del Comune di Olbia Sabrina Serra (componente della Giuria), la Presidente del Consorzio di Tutela del Vermentino di Gallura DOCG Daniela Pinna, la Delegata di AIS Gallura Attilia Medda, la collega AIS Elisabetta Morescalchi dell’Enoteca Ligure, il giornalista Marco Ledda, responsabile della comunicazione della Camera di Commercio, e lo scrittore e giornalista enogastronomico Giovanni Fancello, caro amico nonché mio compagno di avventura all’interno della Giuria. Di grande importanza il coinvolgimento degli studenti dell’Ipaa “Amsicora” e del “Deffenu” di Olbia, che hanno letto alcuni estratti dei libri finalisti e hanno interagito con l’ospite d’onore Matteo Porru, giovanissimo scrittore cagliaritano recente vincitore del Premio Campiello Giovani 2019, al quale si deve forse la chiosa più significativa dell’incontro: “Non esistono i compartimenti stagni tra le varie culture (letteraria, enogastronomica, giornalistica, etc.), la cosa più importante è l’interscambio, l’interazione tra le culture, e giornate come questa ne sono la dimostrazione più evidente”. Proprio così, arrivederci al Premio Vermentino 2020!
Giorgio Demuru – AIS Sardegna