Beira Interior, il vino montanino
Novità dal Portogallo
Il fascino enologico del Portogallo sta crescendo moltissimo e il merito non è né del Porto né del Madeira, da tutti considerati dei flag wines. Chi è incuriosito dall’enografia lusitana ha modo di soddisfarsi perché ogni anno le novità esplodono. Purtroppo, un po’ di lacune nel marketing e un mercato domestico sempre più attratto dal se stesso enologico non gli permette di raggiungere con facilità gli scaffali delle nostre enoteche, o addirittura forse non gli interessa. Comunque un’esperienza con il vino della Beira Interior dovrebbe essere assolutamente fatta. Anche la ricerca su Google evidenzia subito che la zona è una delle più remote del Portogallo, lontana da tutti, lì dove il Douro segna il confine con la Spagna: un viaggio in auto di quasi tre ore da Porto, per 240 km. L’areale viticolo si posiziona tra il Douro Superiore e la Beira Alta, a un’altitudine di 750 metri slm, ed è circondato dai monti della Serra da Estrela (1993 m con stupefacenti valli glaciali), Malcata (la terra della lince) e Marofa (la fortificata Figueira de Castelo Rodrigo vale la visita), una combinazione che consente di catalogare la viticoltura del territorio come “viticoltura d’altitudine”. Suolo e clima sembrano essersi messi d’accordo per offrire le migliori condizioni di vegetazione alla vite, che sono quasi tutte locali, come alfrocheiro, tinta roriz, jaen e touriga national per quelle a bacca nera, e fonte cal, rabo de Ovelha e síria per quelle bianche. I benefici del suolo sono espressione della presenza degli scisti del bacino del Douro combinate con il granito delle montagne e le vene di quarzo. Ciò crea un’areazione del suolo e un impoverimento nutrizionale che obbliga la pianta a produrre poco ma a offrire il meglio. Il quarzo riflette la luce diurna e assicura la maturazione dell’acino, concentrando colore e zucchero, e non va in sofferenza per troppo calore, perché la notte fa freddo e la maturazione rallenta, per cui è preservata la futura freschezza nell’acidità e nel fruttato del vino.
Un nuovo interprete
Per Rui Roboredo Madeira, un eccentrico nuovo interprete di questo isolato e promettente areale, la mission è di esaltare i vitigni del luogo. All’inizio si dedicò ai vitigni a bacca bianca del Douro, poi è giunto anche a quelli a bacca nera con l’intenzione di produrre del vino rosso da zonazione (terroirazzazione) altitudinale soprattutto nella Beira Alta. I vitigni impiegati sono il tinta roriz (tempranillo) per il 90% e touriga national 10%; la fermentazione in acciaio e in presenza di bucce si è protratta per sette giorni. È poi maturato in barrique, legno francese (60%) e americano (40%), miscelando lo stampo enologico bordolese con quello riojano. L’annata degustata è il 2017, il nome del vino è Beira Interior DO Rui Roboredo Madeira, alcol 15% vol. I vigneti sono a Vermiosa, cittadina famosa per il Castello di Trancoso, la Fortezza di Almeida e per le naturalistiche escursioni alla diga di Santa Maria de aguiar sul rio Seco. La sottoregione è quella di Castelo Rodrigo, a destra del Rio Coa, al confine con la Spagna. Il suolo, poco profondo, è caratterizzato anche dalla presenza di sabbia e dal picarra (nome locale per lo scisto). Le estati sono corte e calde, gli inverni lunghi e freddissimi, una realtà dura per la vigna, si pensi che a settembre lo scarto termico giorno-notte può essere di oltre 20°C. Le altre due sottoregioni sono l’adiacente Pinhel, e Cova de Beira, a sud, lungo la valle glaciale del Rio Zêzere, caratterizzata da scenari d’una terrificante bellezza.
Rivisitazione in chiave moderna
La vista è attratta da un’intensa cromia rosso granato che non impedisce una speciale lucentezza. All’olfatto emergono immediatamente toni fruttati di mora di gelso e di cassis che combinandosi con le note odorose che in questo terroir sono assorbite dal tinta roriz (menta, liquirizia e pepe nero) e dal touriga national (balsamico e cardamomo), creano un’elegante ampiezza impreziosita da una lievissima scia di grafite. La ricchezza gustativa passa attraverso un’increspatura tannica che s’inchina all’alcol. Nel reciproco gradevole duettare consentono alla freschezza di esaltarsi nel suo rinfrescante “rosso” fruttato, permettendo alla persistenza di farsi accompagnare da quella punta di sapidità che allunga il finale con estrema piacevolezza, pur disegnando un punto di equilibrio ancora non compiuto. È un esempio di stampo enologico personalizzato da un percorso lusitano rivisitato per modernità, perché indirizzato anche a toccare le corde gustative dei degustatori oltre confine; infatti, è già stato notato con punteggi molto interessanti, che si avvicinano anche al nostro 92/100: un punteggio che prende ancor più valore perché commercialmente ha un prezzo molto appetibile.
Beira Interior DO, 2017, Rui Roboredo Madeira. 15% vol. – 92/100.