Randall Grahm vende Bonny Doon

Randall Grahm, the “Rhone Ranger“, come lo soprannominò nel 1989 Wine Spectator quando gli dedicò un numero, vende la sua Bonny Doon Vineyard. Acquistata da WarRoom Ventures a un prezzo non dichiarato, Grahm rimarrà nella veste di partner aziendale, e continuerà a supervisionare vigneto e cantina. La decisione, a sentire Randall, dipende principalmente dalla sua dichiarata impossibilità di gestire la cantina dal punto di vista finanziario, specialmente in tempi movimentati come questi, e dal desiderio di concentrarsi su un’altra azienda di proprietà, la Popelouchum Vineyard, a San Juan Bautista. Nella piccola cittadina californiana, infatti, Randall lavora da tempo al suo progetto di vino “interamente” americano.
Vento di cambiamenti
“Il settore della distribuzione del vino è cambiato in modo significativo negli ultimi anni e ha messo aziende come Bonny Doon in una posizione sfavorevole” – ha detto Grahm al San Francisco Chronicle. “I grossisti avvantaggiano i marchi più grandi, e gli enologi sono poco incentivati a scommettere su vini sperimentali, dalla produzione limitata”. La WarRoom, del resto, non sembra avere acquisito la tenuta di Randall per puro spirito altruistico: l’attuale gamma di 15 vini si ridurrà a quattro, con l’iconico Le Cigare Volant, Le Cigare Blanc, il rosato Vin Gris de Cigare e un altro bianco, il Picpoul. Anche i prezzi varieranno sensibilmente, con aumenti di circa 5 dollari a bottiglia.
Da commesso a produttore
Randall incontra il vino negli anni Settanta, quando, da studente di filosofia, lavorava come commesso da Wine Merchant, un’enoteca di Beverly Hills. La casuale degustazione di un Borgogna, un Comte Georges de Vogüé Musigny del 1971, lo convince a dedicare meno tempo a Heidegger e più attenzione al mondo del vino. Si trasferisce tra le montagne di Santa Cruz assieme ai suoi due gatti, Franny e Zooey (un omaggio a Salinger), e nel 1979 finisce per laurearsi in botanica.
Amore per il Rodano
Da sempre legato a Santa Cruz, così diversa da Napa, Grahm ha in mente lo Châteauneuf-du-Pape, e si dedica di conseguenza alla coltivazione di Syrah, Grenache, Roussette, e Cinsault. Nascerà così il suo prodotto più iconico, quel Le Cigar Volant diventato ormai vino di culto. Sorretto economicamente dalla produzione di linee più commerciali, come Big House e Cardinal Zin, che non gli risparmieranno critiche da parte di critici come Robert Parker (al quale Grahm risponderà anni dopo con un articolo dal tono acuminato), sarà libero di dedicarsi alle sperimentazioni, fino alla vendita delle collezioni più redditizie tra il 2006 e il 2010.
Popelouchum
Grahm decide allora di realizzare un vecchio obiettivo, mai messo da parte: dare vita ad un vitigno “made in USA” capace di esprimere il terroir della zona. In compagnia di Claude e Lydia Bourguignon, una esperta coppia di rilevatori francesi, individua cinque distinte zone in una nuova proprietà comprata nel 2009, vicina alla piccola città di San Juan Bautista, nella San Benito Valley. Solo sassi e polvere qui, ma Grahm, che ha ribatezzato i suoi quattrocento acri Popelouchum, lo ha eletto a laboratorio di un nuovo miracolo: ibridare una varietà di vite capace di riflettere il terroir americano del vigneto e di resistere alla tremenda siccità della zona. Dal campanile della chiesa della piccola missione di San Juan Bautista, nel 1958, precipitava Kim Novak, volata giù nel finale di Vertigo. Forse il geniale vignaiolo non ha scelto il posto a caso: se Alfred Hitchcock per il suo film si era ispirato al romanzo La donna che visse due volte, Grahm lavora per regalare una seconda vita al mondo del vino californiano, a rischio di caduta libera nell’imbuto del cambiamento climatico. Per portare avanti il suo progetto in serenità, tuttavia, bisognava fare delle rinunce. La vendita di Danny Boon è il prezzo da pagare.
Gherardo Fabretti